ascolto-conchiglia

La Pedagogia come spesso richiamato, tra i suoi aspetti più significativi, consente di

"educare all'ascolto di se stessi".

Con la profonda convinzione che il Sè è parte di un "Noi", ecco che quell'educarsi all'ascolto, transita di diritto nei canali percettivi di cui disponiamo.

In questo processo di reciproco scambio, le ARTI, giocano un ruolo di fondamentale importanza.

Sulla scorta di questo principio fondante, in questa sezione propongo un confronto dialogico tramite le arti.

Non potendo trasferire sul web odori e sapori, ma lasciando all'elaborazione intima ed individuale questo compito, chiamo in gioco quali elementi facilitatori: poesia, saggistica, narrativa, musica, immagini...


I video dello SPP

-la Storia-

Lo Studio Pedagogico Pavese, ancora una volta, pone l'accento sulla necessità di Educare. Grazie alle stupende parole e alla raffinata musica di Francesco De Gregori, è possibile veicolare concetti e riflessioni, prodotte oltre che in proprio, anche e soprattutto, da alcuni grandi della Storia.

Avanti Tutta!

 


 

Ferite a Morte

la compagnia Teatrale "cheproblemacè"


 

 ...il più bello dei mari

Nazim Hikmet

un breve e intenso assaggio di straordinaria semplicità!! Semplicità di quelle che lasciano il segno racchiudendo l'essenza della Relazione.

Un richiamo cinematografico, vede Nazim Hikmet, citato nei film: Le fate ignoranti del regista Ferzan Ozpetek e Hamam-Il Bagno Turco.

Nel 2011 Ozpetek firma la regia dell'Aida al Maggio Musicale Fiorentino e vi inserisce una citazione di una poesia di Hikmet contro la guerra, durante il pezzo della marcia trionfale con le trombe egizie.

Provate a pensare alla piacevole sensazione che può aver attraversato gli astanti.

Piacevolezza visiva, uditiva, immaginativa...

 

e quello che vorrei dirti di più bello, non te l’ho ancora detto…

 


piccoloprince 

...cosa vuol dire addomesticare? 

Il Piccolo Principe è l'opera più conosciuta di Antoine de Saint-Exupéry.

Pubblicato nel 1943, è fra le opere letterarie più celebri del 20° secolo; tradotto in più di 220 lingue e dialetti e stampato in oltre 134 milioni di copie in tutto il mondo.

E’ un racconto molto poetico che nella forma di un'opera letteraria per ragazzi, affronta temi come il senso della vita, il significato dell'amicizia.

Mette in rilievo i sentimenti profondi, la passione coinvolgente e al tempo stesso lacerante, dell'innamoramento che arriva, trafigge ed evapora…

 

non si vede bene che con il cuore,  l'essenziale è invisibile agli occhi...

 


 

...l'Infinito

Giacomo Taldegardo

Francesco di Sales Saverio Pietro Leopardi

…è ritenuto il maggior poeta dell'Ottocento Italiano e una delle più importanti figure della letteratura mondiale, nonché una delle principali del Romanticismo letterario; la profondità della sua riflessione sull'esistenza e sulla condizione umana, ne fa anche un filosofo di notevole spessore.

L'Infinito, una delle sue opere più conosciute, scritta negli anni della gioventù a Recanati, sua cittadina natale, tra il 1818 ed il 1821, molto probabilmente nel periodo tra la primavera e l'autunno del 1819.

L'uso di termini vaghi serve a dare una sensazione di indefinito spazio-temporale che è necessaria a concentrarsi sull'io, e che sollecita l'immaginazione del lettore.

Una splendida interpretazione narrata, dell’indimenticato Vittorio Gassman, aiuta a ricomporre un quadro armonico, davvero infinito…

e il naufragar, m'è dolce in questo mare...

...le Nuvole

Aristofane e De Andrè, passando da Socrate…

Un Commediografo e un Cantore di profonda raffinatezza, quasi 2500 anni dopo a riflettere sulle nuvole.

Scrive De Andrè:

“Le Nuvole, per l'aristocratico Aristofane, erano quei cattivi consiglieri, secondo lui, che insegnavano ai giovani a contestare; in particolare Aristofane ce l'aveva con i Sofisti che indicavano alle nuove generazioni un nuovo tipo di atteggiamento mentale e comportamentale sicuramente innovativo e provocatorio nei confronti del governo conservatore dell'Atene di quei tempi.

La "nuvola" più pericolosa, secondo Aristofane, era Socrate, che lui ha la sfacciataggine di mettere in mezzo ai Sofisti. Ma a parte questo, e a parte il fatto che comunque Aristofane fu un grande artista e quindi inconsapevolmente un grande innovatore, le mie Nuvole sono invece da intendersi come quei personaggi ingombranti e incombenti nella nostra vita sociale, politica ed economica; tutti coloro che hanno terrore del nuovo perché il nuovo potrebbe sovvertire le loro posizioni di potere."

La cultura e il potere contribuiscono a mantenere stabili i modelli di comportamento esistenti e, in questo senso, possono rinforzare in modo significativo le resistenze al cambiamento nella Persona.

Le “nuvole” di De Andrè rappresentano pertanto, un’esortazione a sconfiggere le resistenze al cambiamento, a limare con cura, le spigolosità che amplificano i nostri comportamenti di chiusura.

...le nuvole

vanno, vengono, ogni tanto si fermano...

 

 

milani