Ragazze di Periferia 

lule 22 novembre 2015

Con immenso piacere domenica 22 novembre, ho partecipato alla giornata conclusiva del concorso fotografico “Obiettivo donna – Raccontarsi Donna, attraverso la fotografia”, un'iniziativa promossa da Associazione Lule onlus (www.luleonlus.it) nell’ambito del progetto “Ragazze di periferia” volto a contrastare l’esclusione sociale di donne e minori vittime di tratta e di sfruttamento sessuale.

In particolare, il concorso “Obiettivo donna” ha voluto coinvolgere tutte le donne per raccontarci la loro bellezza, valorizzando anche luoghi, oggetti e particolari di loro stesse spesso considerati marginali e di poca importanza.

Gli organizzatori, mi avevano chiesto un contributo che tenesse in considerazione il futuro, il sorriso, il ponte verso possibili vite migliori.

Una straordinaria ed emozionante esperienza che ha raccolto contributi fotografici sul tema, consentendo di mettere in luce da dietro un obbiettivo, sentimenti, umanità e voglia di riscatto.

Proprio su questo rovescio di medaglia si è voluta soffermare la mia attenzione, scegliendo due foto che ripropongo.

Le didascalie, unitamente alle immagini, racchiudono significati che non lasciano particolari spazi interpretativi.

Vorrei ringraziare Larissa M. per la straordinaria pulizia delle sue parole e per la grande lezione di resilienza che ci consente di ricordare che: “la felicità è una scelta quotidiana. Non la trovi in assenza di problemi, la trovi nonostante i problemi!”.

Ringrazio l’altra autrice, Cristina Corsi, per aver valorizzato la competenza progettuale della Donna, attraverso “la prospettiva dilatata in un orizzonte”, nell’orizzonte Donna!

Ringrazio infine Chiara Bendiscioli e tutti gli amici dell’Associazione LULE, per il quotidiano e silenzioso impegno e per credere fermamente, che un mondo migliore sia possibile!

 

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Progetto "step-up"

spazio pedagogico Copia

 

Nel mese di marzo 2014, si è dato vita alla nuova edizione del “progetto step-up”, relativo allo specifico bando dell'ASL di Pavia, in attuazione della L. R. n.23/99 “politiche regionali per la famiglia”.

Il progetto step-up, si propone di offrire “spazi d’ascolto” rivolti a genitori, minori e docenti.

Il servizio è attivato con frequenza settimanale presso ogni singola realtà dell’Istituto Comprensivo “Valle Versa" e il Dott. Loi, è stato incaricato dal Centro Servizi Formazione di Pavia (ente capofila), di sviluppare specificamente, uno “sportello d’ascolto” nelle singole realtà di:

-Canneto Pavese

-S.Maria della Versa

-Rovescala

-Pometo

-Montù Beccaria

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Lo "Spazio di Ascolto e Intervento Pedagogico", ha come destinatario la singola persona o, qualora fosse necessario, un gruppo di persone che stanno vivendo analoghi disagi e problematiche di pertinenza Educativa.

Il progetto step-up, inoltre, grazie a Docenti qualificati, si occupa anche di “sostegno extra-scolastico”, attraverso percorsi di recupero degli apprendimenti.

Tali attività, possono essere svolte sia nel Centro Servizi Formazione di Pavia a piccoli gruppi, sia nelle varie articolazioni dell’Istituto Comprensivo “Valle Versa”.

Il progetto si è completato nel marzo 2015.

Da quella data a tutt'oggi, il Dott. Loi presta Consulenza in qualità di Pedagogista Scolastico presso l'IC. 

Gestire le emozioni


Progetto "chiavi d'ottone"

cover ottone

Il progetto le "chiavi d’ottone”, nasce dalla convergenza di due interessi: il primo, personale/professionale relativamente alla tematica burnout e il secondo, dalla “scoperta” in itinere di una popolazione di lavoratori particolarmente a rischio, gli agenti di Polizia Penitenziaria.

La scoperta in itinere, avvenne durante un breve stage presso una grande struttura penitenziaria del nord, in occasione del mio perfezionamento formativo in “progettazione pedagogica nel settore della giustizia civile e penale”, svolto presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

La percezione di avere incontrato una realtà complessa, specifica e inusuale, con alcune caratteristiche di quello che potremmo definire “un mondo in disparte”, oltre ad aver stimolato particolare curiosità e interesse, mi indusse nelle settimane successive, ad approfondirne la conoscenza e strutturare quello che poi divenne il presente progetto.

Alla base del progetto, vi è un lavoro di ricerca relativo a: contesto istituzionale, dinamiche relazionali, disagio lavorativo, organizzazione del lavoro e tipologia di formazione, degli agenti di Polizia Penitenziaria; un quadro conoscitivo utilissimo per mettere in evidenza criticità e problematiche riconducibili al fenomeno burnout.

Lo sviluppo successivo, ha portato alla realizzazione di un percorso formativo dalle forti connotazioni pedagogiche da rivolgersi agli agenti di polizia penitenziaria in “formazione di base” e in “formazione permanente”.


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PERCORSO FORMATIVO

Target di riferimento

  • Agenti di polizia penitenziaria in formazione di base
  • Agenti di polizia penitenziaria in formazione permanente

 

Committenza

  • DAP (dipartimento amministrazione penitenziaria/scuola di formazione agenti di polizia penitenziaria)
  • Case di Reclusione/Case Circondariali
  • OO.SS. di categoria

 

Finalità del Progetto

Costruzione di un percorso formativo orientato a:

  • Far aumentare il livelli di consapevolezza sull’identità professionale dell’agente di polizia penitenziaria
  • Migliorare l’assetto motivazionale verso l’attività lavorativa
  • Ridurre il fenomeno burnout nel personale di polizia penitenziaria

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